Il sole illumina la cucina, ti riscalda pigramente, tu dai le spalle alla finestra. Parole svogliate aleggiano nell'aria. Una di queste attira l'attenzione, focalizza l'interesse dei presenti. Non riguarda nessuno ma è un catalizzatore. Le parole diventano incalzanti, appassionate, si susseguono una dietro l'altra. Poi ti fermi. E nel momento esatto in cui smetti di parlare, la conversazione termine. No, è meglio dire che viene troncata. Non c'è una risposta, non c'è un pensiero successivo.
Silenzio.
La mente è risucchiata in qualcos'altro. Le parole hanno smosso qualche pensiero recondito. E la mente è stata portata lì di forza.
È un viaggio.
Non vale la normale concezione del tempo, di collocazione nel tempo. Passato, presente e futuro si mescolano. Reale e immaginario si confondono. Frasi dette. Fatti mai avvenuti. Desideri covati. Ciò che è stato, ciò che è, ciò che poteva essere, ciò che potrebbe essere. Persone del presente che ti rimandano a quelle che hai incontrato. E tutto è nitido e avvolgente.
E tu sei completamente lì.
Ma tu sei seduto ancora al tavolo, in cucina, con il sole che ti riscalda pigramente la schiena.
Alzi gli occhi e incontri lo sguardo di chi ti sta davanti. E capisci che anche lui è appena tornato dal suo viaggio.
"Non ricordo di cosa stavamo parlando"