sabato 19 luglio 2014

Confessioni
























Limiti.
Ho letto di un gabbiano che ha superato i propri limiti.
E l'ho ammirato. Ho cercato di immedesimarmi in quel gabbiano. Ma l'unica cosa che posso fare è invidiarlo.
Mentre lui se ne stava nel cielo, rischiando la vita pur di rendersi migliore, io me ne stavo nella  distesa piatta della sicurezza, e della mediocrità.
Mediocre un po' meno degli altri.
Nella mia vita i miei limiti  li ho sempre guardati da lontano, li ho intravisti appena, sbiaditi, non ho mai osato avvicinarmi. Mi sono tenuta a debita distanza, pascolando.
E non importa che non credano in me, che mi critichino, che predichino i miei fallimenti, che mi spingano fuori, verso l'esterno, verso il recinto, che mi diano un'opportunità.
Non retrocedo. ma neppure avanzo. Resto nel mezzo.
La verità è che nella mia vita ho rinunciato sempre, quando si avvicinava il momento della rincorsa. Quella reale,  quella sudata, quella che non ti da nulla fino alla fine, se non sudore, nervi a fior di pelle e tensione.
E adrenalina.
Ma quella non la provo mai.
La verità è che ho paura di schiantarmi contro il recinto nella rincorsa.

giovedì 3 luglio 2014

Memorie



Non ho davvero voglia di dormire questa notte. Sono ebbra di ricordi e da sola non riesco a smaltirli.
Il fatto è che noi ci dimentichiamo del passato.
Quando ti soffermi a ricordare, la tua mente riesce ad arrivare ad un anno fa, forse due con un po' di impegno. Ma quando incontri qualcuno che ha vissuto con te, che ti ha vista come era e come sei, che è cresciuto con te, ed intendo che è andato oltre, che si è lasciato quella vita alle spalle per cominciarne una nuova, quella persona ti aiuta a ricordare.
E più parli più rievochi memorie, le parole incalzano e i ricordi arrivano alla mente finalmente, come quelle parole che hai sulla punta della lingua ma proprio non riesci a dire.
E non fai in tempo a finire di raccontarne uno, che l'altro è già lì pronto. E sembrano non dover finire mai.
I ricordi sono belli perché diversi dal presente, sono belli perché il passato ovunque esso sia, è più spensierato del presente. E quando mi guardo indietro, quando sono con chi è stato mio socio di vita, non vedo delusioni, non vedo rimorsi, non vedo tristezza, vedo solo risate, vedo leggerezza, vedo follia e persino quelli che mi sono sembrati momenti bui, ora che li vedo da lontano, non sembrano così bui, non fanno più paura, anzi, mi fanno quasi sorridere, mi fa tenerezza ricordare le pene di quella vecchia me.
E ora capisco perché non mi pesa il presente con i suoi nuovi impegni e preoccupazioni.
Perché quando mi guardo indietro mi viene solo da sorridere.
Perché questa è un'altra storia.
E un giorno parlerò anche di questa, sorridendo.

mercoledì 2 luglio 2014

Ansia divora



E come ad ogni partenza, non riesco a scrollarmi quest'ansia da dosso. L'ansia di dimenticare e lasciare qui qualcosa di importante e contemporaneamente quella di perdere il volo e non poter tornare indietro. Eppure non riesco a spiegarmi cosa sia, questa sensazione opprimente di caldo che mi trapassa il corpo, mi fa bollire la testa e mi preme sulle tempie; che mi fa sudare copiosamente, che sia caldo o freddo non importa, non è la temperatura, il fuoco è interno.
Perché?
Lascio di nuovo la mia famiglia, i miei amici, il sole. I sentimenti che provo sono così contrastanti da disorientarmi. Cosa provo realmente? Malinconia o rabbia? Voglia di restare o di scappare? Perdono verso questa terra o rancore? Non lo so, forse li provo davvero tutti.
E sono in ansia.
Ogni volta che ritorno o che riparto ho paura che le persone a me care si siano dimenticate di me o lo faranno ed ogni volta mi sorprende il modo naturale con cui le nostre vite, così lontane nel tempo e nello spazio, si riallacciano e si connettono senza problemi, come se l'ultima volta che ci siamo visti fosse stata il giorno prima.
Il tempo e la distanza che si annullano all'istante.
Eppure non è così.
Perché la vita qui va avanti, e lo farà senza di me. E lo stesso succederà a me.
Forse, ho solo paura del cambiamento.
Non ho problemi a percorrere nuove strade, ma il primo passo, il primo passo è quello che mi provoca lo sforzo maggiore, quello per cui le mie gambe diventano macigni, e spostare quella gamba è pesante.
L'ansia mi divora.
E sudo.