martedì 4 novembre 2014

La fantastica paranoia di oz


La paranoia è un tarlo che ti consuma il cervello.
La paranoia in alcune persone può essere così forte da sostituire la realtà.
Ti immergi così tanto in quel tuo mondo mentale da crederci per davvero, cosicchè la realtà, le sensazioni ed emozioni ad essa connessa ne risentano. Vengano distorte. E diventano sempre più simili a quelle che vivi dall'altra parte, in quell'oscurità che piano piano comincia ad avvolgerti.
La paranoia è il vuoto negli occhi e la mente dietro di essi risucchiata in un buio tunnel.
È la mia personale bestia nera.
La paranoia mi paralizza da questa parte, perchè sono troppo concentrata a muovermi in essa da poter usare anche solo un brandello della mia mente per trovare una soluzione alla situazione che mi preoccupa.
E muoversi lì è faticoso.
Sono sul mio personale sentiero di mattoni che non sono dorati, ma sono di pece. La camminata è pesante, ad ogni passo la suola delle scarpe rimane attaccata ai mattonie faccio uno sforzo per staccarla, ma non posso lasciarlo, quindi continuo.
Incontro dei personaggi lungo il mio cammino. Felini fifoni, di quelli che tremano al solo pensiero di qualcuno più forte di loro eppure non hanno paura ad approfittarsi dei più deboli. Uomini di latta, lucidi fuori, da potercisi specchiare, abbaglianti ma se guardi bene dentro, sono vuoti. E  spaventapasseri, che non sono interessati ad un cervello e per questo spaventano me.
Mi dicono che vogliono accompagnarmi durante il viaggio, aiutarmi. Ci saremo noi a coprirti le spalle. Ma in realtà stanno solo cercando di raggiungere i loro scopi, che non sono cuori o cervelli o coraggio. E quando li avranno raggiunti, spariranno, così come sono apparsi, lasciandoti ancora più sola e pesante a continuare il tuo cammino.
Arriverò alla fine del sentiero, difronte a me si staglierà un monumentale palazzo d'ebano, uno squarcio nel nero, farò un respiro e busserò. La porta si aprirà e a guardarmi ci saranno volti arcigni, con atteggiamenti di superiorità  e voci altolocate, sorrisi di scherno. Ed io comincerò a chiedermi perchè sono arrivata fino a lì. Mi accompagneranno in un'enorme stanza dove ci sarà qualcuno ad aspettarmi, ma non lo vedrò. Di nuovo sola, questa volta circondata dal niente.
 Una voce tuonerà su di me spaventandomi, rimpicciolendomi. Mi sentirò restringere fino a raggiungere le dimensioni di un punto, così mi sentirò a confronto di tale imponenza.
E cercherà di affondarmi ,di sgretolare la mia autostima e la mia persona e mi ricomporrà per quello che vorrebbe che io sia. Insicura, persa, sbattuta nel fiume della vita. Lui calmo e solido a vedermi annaspare.
Ma se potessi pungerlo, scoprirei che sotto tutte quelle arie c'è solo un piccolo uomo, un impostore che intimorisce con modi pomposi e l'atteggiamento di chi sa tutto, pur non sapendo niente.
Qualcuno che vuole sbarazzarsi di me perchè non sa tenermi testa e sa che io non lo so.

Ma tutto questo, succede solo nella mia  testa.